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L’ Europa e il Mezzogiorno d’Italia

La centralità delle politiche socio
-economiche, della formazione, della ricerca scientifica e della cultura 

italia

L’ Unione Europea ha chiaramente posto in luce l’interesse per lo sviluppo dei suoi territori più arretrati ed obsoleti.
Difatti, ha stanziato ingenti somme per raggiungere l’obiettivo del miglioramento socio-economico degli Stati europei in difficoltà.
L’Italia ha ottenuto cospicui stanziamenti.

Quota di tali stanziamenti, da parte dello Stato italiano, sono destinati al Mezzogiorno d’Italia perché esso possa migliorare la sua economia, mediante progetti specifici e mirati.
Il Meridione d’Italia è destinato alla crescita e, pertanto, ad un processo trasformativo che coinvolgerà diversi piani, tra i quali quello espressamente socio-economico e quello culturale perché si affermi una diversa mentalità che vada oltre la superstizione, la sottomissione al malaffare organizzato e l’indolenza, per l’affermazione, sempre più crescente, del pragmatismo
e dell’impegno personale e collettivo per rendere produttivi interi territori, all’insegna della legalità e dell’onestà.

Siamo di fronte ad una prossima trasformazione epocale delle terre del Sud Italia, che dovrà essere condotta da persone in possesso di competenze specifiche e della cultura della legalità, che pone al centro il valore morale dell’agire umano e la dignità dei singoli, che non possono essere elusi e devono, pertanto, essere salvaguardati al fine di impedire che soggetti guidati dall’intento del raggiungimento di meri interessi particolaristici possano inficiare tale trasformazione, arrestando, come sempre hanno fatto, lo sviluppo socio-economico del Meridione d’Italia. Qualcuno potrebbe affermare che si tratti di pura utopia.

Certo, se fosse assente l’occhio vigile e attento dell’Unione Europea, che ha stanziato gli aiuti economici necessari perché si realizzi la trasformazione del Sud Italia, pur nel rispetto della sua storia.
Tra i progetti da realizzare, aventi rilievo di primaria importanza, vi è quello inerente alla sanità, che riguarda espressamente l’apertura di numerosi altri ospedali, l’impulso della medicina territoriale ed anche la creazione di istituti di ricerca scientifica, che deve vedere la partecipazione delle menti più insigni e creative dei cittadini meridionali partecipare
all’evoluzione della medicina.

E’ vero che, soprattutto dal Sud Italia, si verifichi la cosiddetta “fuga dei cervelli”.
D’altra parte, se è vero, come è vero, che nel Sud d’Italia vi sarà lo sviluppo di nuove ed innovative politiche economiche è anche vero che occorra investire sulla formazione dei giovani e di quanti saranno protagonisti, a livello lavorativo, di tali nuove forme di economia.
E’ ormai certo che nuove attività lavorative, accanto al lavoro tradizionale, saranno presenti sui territori del Meridione d’Italia, anche in virtù dell’ampliamento della rete dei trasporti ad alta velocità per favorire l’avvicinamento al centro e al Nord Italia, per le necessità inerenti al trasporto, in tempi brevi, sia delle persone, sia delle merci, che faciliterà le attività produttive.
Tali nuove attività implicano la necessità della creazione di nuove competenze e, pertanto, lo sviluppo di scuole che sappiano crearle.
Ci preme sottolineare la mancanza nel Sud Italia di un vero fermento culturale, che può sorgere solamente dalla presenza di attività culturali connesse al teatro, al cinema, alla musica e alla presenza di reti televisive che trasmettano i propri contenuti all’intero territorio nazionale ed internazionale. Poche sono, altresì, i giornali di prestigio e mancano strutture culturali di ampio respiro.

la Nostra missione

Formazione dei giovani

Questo mortifica la cultura e mortifica, pertanto, il Sud privandolo dei beni vitali per la crescita umana ed intellettuale.
Occorre, per tale motivo, investire sull’ampliamento delle fonti di cultura di natura prestigiosa, tale in quanto accessibili al resto della nazione italiana e del mondo intero.
La cultura è vita ed è fonte di lavoro ed emancipazione sociale. Di essa il Sud Italia ha bisogno perché possa emanciparsi a livello etico ed intellettuale uscendo dal chiuso del provincialismo inerme, avvolto dal silenzio e dal buio dell’ignoranza.
Aprire le porte alla cultura con la “C” maiuscola anche al Sud Italia è il progetto sicuramente più ambizioso, non più rimandabile se è vero che vogliamo condurlo verso lo sviluppo e la vera emancipazione da uno stato di povertà economica, ma anche sociale e culturale.

 

 

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