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Immigrazione e Sviluppo

Solidarietà e Cooperazione

le donne

E’ disumano ed immorale considerare gli immigrati esseri inferiori, nocivi ed invasori, portatori di una nuova forma di barbarie.
La verità da cui non si può prescindere è che essi sono, innanzitutto, esseri umani, alla pari di ognuno di noi, solo più sfortunati perché nati in territori in cui regna l’ingiustizia politica e sociale, la dittatura e la violenza, la deturpazione della dignità umana, perché in essi assenti tutti i diritti conquistati dai territori più evoluti

Gli immigrati sono donne ed uomini umiliati dalla violenza e dalla povertà, i quali fuggono per rinascere a nuova vita.
Essi ci parlano di diritti calpestati, di umanità tradita e violentata dalla disonestà, che vive negli animi di chi li governa.
Ed è vero che da tale dignità negata dobbiamo necessariamente prendere le mosse per relazionarci agli immigrati che approdano sulle coste italiane, europee e del mondo intero, per poter affermare il valore umano che essi rappresentano, troppo spesso negato e minacciato.

Non vi sono scuse, né motivazioni pseudo politiche che possano impedire di integrarli nella nostra società a pieno titolo, offrendo, innanzitutto, sostegno alla loro fragilità in quanto senza cittadinanza, che dovrà essere loro riconosciuta come diritto primario in Italia, in Europa e nei Continenti più evoluti, nei quali essi approdano.
Ma non basta, occorre loro offrire una dimora degna di tale nome e , nel contempo, il lavoro regolamentato dal diritto del lavoro. Essi devono divenire cittadini dei territori nei quali approdano, come cuccioli feriti e, pertanto, inermi.

In essi palpita un cuore umano!

Chi nega loro la cittadinanza nega il valore della dignità umana che essi recano con sè .
Ma vi è anche un’altra imprescindibile verità con la quale fare i conti, tuttavia senza escludere che agli immigrati debba essere offerta ospitalità.
Tale verità non può essere elusa.
Non può essere elusa proprio in quanto parla del dovere di rendere ubertose e vivibili i territori dai quali gli immigrati provengono.
Con tale verità occorre fare i conti.

Da tale verità scaturisce il dovere alla cooperazione e alla solidarietà a livello universale, che dovrà vedere partecipi tutte le nazioni del mondo, evolute sul piano economico e civile, a cui è
affidato un compito di umanizzazione universale dei territori arretrati sul piano economico e sul piano dei diritti umani.
E’, senza alcun dubbio, un compito difficile da espletare perchè si rischia di cozzare contro la mentalità dei dittatori che rendono schiavi e poveri i popoli di ben determinati territori.
Ed è un impegno difficile da espletare perché cozza anche contro l’arretratezza culturale dei popoli in fuga, contro la loro ben nota indolenza, contro una mentalità non pragmatica, ma fatalista, che chiede aiuto, che non sa porsi all’opera per migliorare i propri territori attraverso l’impegno pratico che può rendere ubertosi i territori sterili.

Ogni territorio, difatti, nasconde nelle proprie viscere tesori unici, tali che, se non lasciati nel loro abbandono, sanno essere portatori di frutti per i loro abitanti, sicché essi possono migliorare la loro condizione umana. Ogni territorio ha una sua fonte economica ben specifica ed è la valorizzazione di tale fonte, che passa inosservata ad abitanti indolenti e non scarsa formazione scolastica, che potrà essere il motore della loro emancipazione.
E’ certo che occorra dar loro una mano.
In che modo?
Educando i popoli, che amano fuggire da territori poveri, allo sviluppo delle loro specifiche economie, coinvolgendo in tale processo anche gli Stati in cui essi vivono. Questa può essere la chiave che determina la svolta delle terre depresse, le quali potranno iniziare a divenire, man mano, territori redditizi di attività, che i loro territori sono, per loro natura, capaci di sviluppare.
Ciò potrà verificarsi – è vero – solo con l’ausilio e la vicinanza dei Continenti più evoluti e più produttivi, giuridicamente più emancipati, tali da proteggere le popolazioni che emigrano nell’adempiere, senza ostacoli, al compito di sviluppo dei loro territori.

Siamo certi che la solidarietà che noi territori più ricchi sapremo donare ai paesi più poveri potrà essere la leva per evitare un’ immigrazione incontrollata, che fa cavalcare le onde impetuose degli oceani a tanti poveri, che spesso perdono la vita nelle acque del mare, su insicure imbarcazioni, nel tentativo di volerla difendere da chi li ha resi succubi ed indifesi.

la Nostra missione

Il Volto umano del Sud

Dovrà essere un progetto di umanizzazione economica, che noi amiamo definire “Economia dal Volto Umano” ad essere posto in atto dai Paesi progrediti europei e non europei, affinché non vi siano popolazioni umiliate, sempre in fuga, ma nuovi cittadini che, mediante la creatività del lavoro, rendano fiorenti le loro terre, ricche di frutti inesplorati, ubertose a tal punto da non volerle abbandonare per andare dove spesso non trovano braccia affettuose ad attenderli.
Affermiamo, alla luce delle suddette considerazioni, con fermezza: “Non più terre depresse!”.

 

Pronti per il Futuro

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